Abbiamo parlato di quanto il business plan sia indispensabile per le imprese già formate in questo articolo e, ora, affrontiamo lo stesso fondamentale argomento per quelle che sono le nuove imprese.
Questa tipologia di aziende può infatti non avere ancora un bilancio e quindi mancare di tutti quei documenti necessari per dimostrare, alle banche e agli istituti di credito, la solidità necessaria per poter accedere ai finanziamenti.
Il punto è che senza un piano le imprese navigano a vista, mentre il business plan permette all’azienda, per quanto giovane e nuova, di dialogare con banche e investitori in modo più serio, più completo e più dettagliato.
Non dimentichiamoci che le regole europee hanno alzato l’asticella della concessione del credito.
Le Linee guida dell’EBA richiedono prassi robuste di istruttoria e una valutazione più che accurata del merito creditizio, che ha bisogno di piani di previsione e di coerenza fra business model e numeri.
Il contesto, quindi, è selettivo: è fondamentale spiegare con cura il progetto e presentarlo con un business plan solido, perché questo fa la differenza tra ottenere o meno un affidamento.
Inoltre, ricordiamo che ogni banca ha i suoi modelli, che vengono seguiti da chi vi lavora e che lasciano poco margine, soprattutto se i documenti presentati dall’impresa per ottenere credito NON sono esaustivi.
Questo quadro che rende ancora più cruciale il business plan per le nuove imprese, ovvero è bene che le NewCo di presentino con strumenti adeguati, in grado di colmare le asimmetrie informative tra chi chiede e chi concede il finanziamento.
Come si sta muovendo il tessuto produttivo italiano
Il tessuto produttivo italiano è dinamico, ma molto selettivo.
Dall’analisi “Nuove Imprese” di Unioncamere e InfoCamere che i sono registrate poco più di 80.220 nuove iscrizioni a fronte di 47.400 cessazioni: è stato il miglior saldo degli ultimi cinque anni, con uno stock di 5.885.209 imprese al 30 giugno 2025.
È un segno di vitalità, certo, ma anche di concorrenza. Ecco perché, per emergere, serve investire e servono piani realistici e misurabili per poter ottenere il credito indispensabile a evolvere.
Cosa si aspettano gli istituti da chi chiede credito
Per comprendere la bontà futura di un accesso al credito è importante mettersi nei panni delle banche che lo devono concedere.
Come visto, alla luce delle Linee guida EBA, gli intermediari devono verificare la qualità del credito in origine e nel tempo.
La banca si aspetta dal business plan per le nuove imprese:
- coerenza strategica, ovvero un modello di business, il vantaggio competitivo e il posizionamento;
- analisi di mercato, con dimensioni, quote, driver e trend;
- piani operativi, con risorse, tempi, governance, rischi e mitigazioni;
- proiezioni economiche e finanziarie e cash flow;
- stress test, per capire cosa succede se le vendite o i prezzi slittano;
- indicatori di covenant.
Tutto questo si traduce in una vera e propria storia imprenditoriale che permette alle imprese di valutare il presente, ma anche il futuro, sia prossimo che a lungo termine, soprattutto in termini di sostenibilità e resilienza, come chiede il quadro regolamentare europeo recepito dalle autorità nazionali.
Business plan per le nuove imprese: il vantaggio va oltre il credito
Certo, il business plan è la bussola indispensabile per accedere al credito, ma è anche una guida per l’azienda, soprattutto se di nuova costituzione.
Permette di mettere nero su bianco tutte le ipotesi, creare disciplina nel monitoraggio, dal budget al consuntivo, e facilitare la rotta, correggendola e allineando il team.
In sintesi, il business plan per le nuove imprese (e anche per quelle già attive da anni), è un documento vivo che merita di essere aggiornato quando cambiano mercati, strategie o prezzi.
Sia per le nuove sia per le imprese già esistenti, il business plan è quindi un passaggio obbligato per mostrare credibilità, a sé stessi come azienda e verso banche e istituzioni, per ottenere finanziamenti e guidare la crescita.
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